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26 aprile 2024

MB&F: HM9 Flow “The Extremes Of Creativity”

Non “brand, marchio o maison”, ma bensì “laboratorio concettuale”. È così che si definisce MB&F, acronimo che sta per Maximilian Büsser, il fondatore e mente creativa, & friends, ovvero gli “amici”, i partner che fanno delle idee del visionario Büsserrealtà.

Dopo 15 anni trascorsi nella gestione di prestigiosi marchi dell’orologeria, nel 2005 Maximilian Büsser si è dimesso dal suo incarico di Direttore generale di Harry Winston per creare MB&F, definito appunto “un laboratorio concettuale d’arte e microingegneria” dedicato alla progettazione e realizzazione di piccole serie di concept radicali nel quale si riuniscono professionisti orologiai di talento che Büsser rispetta e con i quali ama lavorare.

HM9

Nel 2015 MB&F ha celebrato il suo 10° anniversario, un decennio ricco di soddisfazioni e creatività – ben undici calibri che formano la base delle Horological Machine e Legacy Machine per le quali MB&F è oggi così nota.

Al 2007 risale la prima Horological Machine, HM1, la cui cassa tridimensionale scolpita e le finiture del meccanismo hanno definito gli standard per le creazioni successive: HM2, HM3, HM4, HM5, HM6 e ora, HMX – tutte “macchine” che raccontano il tempo anziché semplicemente indicarlo.

La collezione Legacy Machine dalla cassa rotonda vede invece la luce nel 2011. Si tratta di una collezione più classica (per gli standard di MB&F…) ispirata alla tradizione del XIX secolo, da cui prende e reinterpreta le complicazioni dei più grandi Maestri Orologiai della storia per trasformarli in opere d’arte contemporanea. Alla LM1 e LM2 segue la LM101, la prima Machine MB&F a racchiudere un movimento sviluppato interamente in-house. Il 2015 vede il lancio della Legacy Machine Perpetual, dotata di un calendario perpetuo completamente integrato. La LM SE viene lanciata nel 2017.

La strategia di MB&F è quella di alternare la presentazione di Horological Machine contemporanee e fortemente anticonvenzionali alle Legacy Machine, ispirate al passato.

Oltre alle Horological e Legacy Machine, MB&F ha creato MusicMachine dell’era spaziale (1, 2 e 3) in collaborazione con Reuge e, con L’Epée 1839, insoliti orologi da muro o da tavolo a forma di stazione spaziale (Starfleet Machine), razzo (Destination Moon), ragno (Arachnophobia), piovra (Octopod) e Medusa recentemente presentato al SIHH per non dimenticare i 4 orologi robot (Melchior, Sherman, Balthazar e Grant), così come la stazione metereologica meccanica (The Fifth Element).

HM9

Negli anni, MB&F si è aggiudicato ben quattro premi Grand Prix del famoso Grand Prix d’Horlogerie de Genève e, nel 2015, il riconoscimento “Red Dot: Best of the Best”, il premio di categoria più elevata ai prestigiosi Red Dot Awards per l’HM6 Space Pirate.

Proprio con quest’ultima creazione Busser, appassionato di automobili da tutta la vita, ha riprodotto per la prima volta gli elementi visivi della metà del XX secolo, in particolare nelle sue edizioni “Streamliner” SV.

Lo scorso anno si è poi spinto ancora più in là e ha lanciato uno dei propri progetti più ambiziosi, la Horological Machine N°9 ‘Flow’, ispirata ai profili dinamici del design automobilistico e aeronautico di metà secolo scorso, già presentata da Watch Insanity qui.

HM9

Realizzata in titanio, la Horological Machine N°9 ‘Flow’ è disponibile in due serie limitate da 33 esemplari ciascuna, l’edizione ‘Air’ con movimento scuro e quadrante in stile aviatore e la ‘Road’ con movimento in oro rosa e quadrante che richiama un classico tachimetro. Quest’ultima la versione che abbiamo avuto la possibilità di vedere e provare presso la boutique GMT Great Masters of Time di Milano.

Il suo design è audace, non solo per la forma anticonformista, ma anche perchè le curve estreme e gli angoli acuti hanno imposto tecniche e standard di lavorazione inediti.

HM9

Quando il team MB&F ha presentato per la prima volta i progetti della HM9 ai propri partner di produzione, la risposta è stata secca e decisa: si trattava di progetti irrealizzabili.

Altre casse, come l’involucro ondulato della HM6 Space Pirate, erano geometricamente complesse, ma il loro differenziale di altezza massimo (la distanza verticale tra punti contigui) rimaneva entro i 5 mm. Con la HM9 il differenziale è raddoppiato. Inoltre, le sue curve sono associate a sottili fasce lucidate a specchio e a strisce più ampie satinate a contrasto, presentando così un problema quando gli strumenti di rifinitura di diametro fisso (ad esempio, di 10 mm o più) devono in qualche modo farsi strada tra i canali angusti della parte esterna della cassa. Le convenzioni di produzione si sono pertanto dovute evolvere per soddisfare i requisiti della HM9.

HM9

Ma l’aspetto forse più interessante della HM9 è come il suo design esuberante sia possibile solamente grazie alla compattezza e all’efficienza del suo movimento in termini di spazio. Per via delle proporzioni delle curve sulla cassa, è stato essenziale controllare le dimensioni complessive. Il segnatempo misura 57 mm nel suo punto più ampio e richiede un movimento altamente compatto ma robusto al tempo stesso.

HM9

La disposizione alternata tra ampio e stretto dei tre volumi principali della cassa della HM9 hanno reso impossibile l’installazione del movimento con i metodi tradizionali, all’interno di una cassa con una simmetria trasversale limitata. È stato necessario dividere la cassa lungo due assi e mettere a punto un’inedita guarnizione tridimensionale per l’impermeabilità. Questa innovazione brevettata è una prima assoluta in orologeria.

Frutto di tre anni di sviluppo, il movimento HM9 è stato creato interamente in-house. Il suo doppio bilanciere con differenziale discende dal sistema utilizzato nella Legacy Machine N°2, anche se in una forma estetica nettamente diversa.

HM9

I due bilancieri del movimento HM9 trasmettono due serie di dati cronometrici a un differenziale centrale per una lettura media. I bilancieri sono azionati individualmente e separati nello spazio per garantire che battano a ritmi indipendenti di 2,5 Hz (18.000 vph) ciascuno. Ciò è importante per garantire una media significativa, proprio come una media matematica statisticamente affidabile dovrebbe essere derivata da punti distinti di informazione. L’obiettivo dell’inclusione di due bilancieri consiste nell’ottenere serie di dati cronometrici che possano essere tradotti da un differenziale per produrre una lettura media stabile. Questo obiettivo non sarebbe raggiunto con due bilancieri oscillanti perfettamente all’unisono, che offrono gli stessi dati cronometrici in qualsiasi momento.

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La HM9, infine, richiama ulteriormente la collezione MB&F Legacy Machine con i bracci ricurvi che ancorano i suoi bilancieri, caratterizzati da una finitura in acciaio lucido in netto contrasto con i ponti del movimento.

La Horological Machine N°9 ‘Flow’ ha segnato un nuovo capitolo in questa storia di alta orologeria, collaborazione e creatività, nell’attesa di scoprire cosa il “laboratorio” Busser svelerà tra qualche mese alla prossima edizione di Baselworld.

By Valeria Garavaglia