Sections
27 luglio 2024

IWC: Ingenieur Automatic 40

Pochi possono mettere in dubbio il fatto che l’Ingenieur di IWC occupi un posto importante nella storia dell’orologeria contemporanea. Ancora meno possono negare che si trovi in quel posto perché è anch’esso figlio della matita di Gerald Genta. Un simbolo, quindi. Ma anche i simboli sono destinati a evolvere e a modernizzarsi, così in questo 2023 IWC torna a mettere mano alla collezione e crea l’Ingenieur Automatic 40. Un orologio che deve molto a Gerald Genta e che ne omaggia il genio. Ma facciamo prima un passo indietro, nella storia.

IWC Ingenieur Automatic 40

BREVE STORIA DELL’INGENIEUR

L’Ingenieur di IWC vide la luce negli anni ‘50, un periodo molto dinamico per il marchio di Schaffhausen. In quella decade, l’allora direttore tecnico Albert Pellaton completò lo sviluppo del primo movimento automatico della manifattura. Il suo meccanismo di avvolgimento sfruttava le minime rotazioni della massa oscillante in entrambe le direzioni per avvolgere la molla principale. Uno sviluppo che portò nel 1955 alla nascita dell’Ingenieur, la referenza 666, il primo orologio da polso antimagnetico per uso civile costruito da IWC.

Albert Pelato
Albert Pellaton

L’antimagnetismo era ottenuto grazie a una cassa interna in ferro dolce a protezione del movimento. Funzionava come una gabbia di Faraday, disperdeva le onde elettromagnetiche all’esterno del calibro, che non ne era influenzato e manteneva così la propria precisione. Un oggetto ideale per i professionisti che lavoravano in ambienti esposti a forti campi magnetici. Nulla di nuovo per IWC, che aveva sviluppato questa tecnologia qualche anno prima per il Mark 11.

1955 | IWC Ingenieur Ref.666
1955 | IWC Ingenieur Ref.666

Un orologio ideale per i professionisti, dicevamo, ma anche piuttosto anonimo. La ref. 666 aveva infatti una cassa tonda poco appariscente che la accompagnò per oltre un decennio e che si ritrovò anche nella successiva ref. 866 del 1967. Qualcosa, però, stava per cambiare.

LA FIRMA DI GERALD GENTA

La fine degli anni ‘60 portò una ventata di nuove idee in orologeria che avrebbero trovato la loro piena espressione all’inizio degli anni ‘70. Proprio sul finire dei ‘60, tra il management di IWC cominciò a circolare l’idea di creare “un nuovo e pesante modello di Ingenieur in acciaio”. Da documenti dell’epoca, risulta che questo progetto partì ufficialmente l’1 agosto 1969. 

Un progetto che puntava a integrare nell’orologio anche un sistema avanzato di protezione dagli urti per il movimento. La cosa non si dimostrò facile: i prototipi creati tra il 1970 e il 1971 non superarono in rigidi test di impatto cui furono sottoposti. Non era solo un problema di tecnologia, ma anche di design della cassa. Ecco perché IWC cercò un designer esterno cui affidare il progetto e si rivolse al migliore, Gerald Genta.

Gerald Genta

All’epoca era un freelance e aveva già lavorato per IWC nel 1967, progettando un cronografo in acciaio che però non vide mai la luce. Genta consegnò alla maison il suo progetto nel 1974: un orologio con bracciale integrato in acciaio e una impattante lunetta fissata con cinque viti, che da elementi funzionali diventavano elementi di design.

LA SCELTA DELL’ACCIAIO

La scelta dell’acciaio non fu casuale, ma dettata dalla situazione economica dell’epoca. Si era negli anni ‘70, in piena “crisi del quarzo”, quando l’industria orologiera svizzera era minacciata dall’ondata di segnatempo economici provenienti dall’Estremo Oriente che aveva invaso il mercato mondiale. Insieme a essa, il tasso di cambio del dollaro era sceso ai minimi e si era impennato il prezzo dell’oro. E le collezioni di IWC erano costituite principalmente da orologi d’oro. Fu un problema. 

1976 | IWC Ingenieur Jumbo Ref.1832
1976 | IWC Ingenieur Jumbo Ref.1832

La soluzione trovata dall’allora direttore marketing e vendite Hannes Pantli fu quella di ampliare in modo significativo l’offerta in acciaio del marchio. Nacque così la collezione di IWC comunemente denominata SL, che comprendeva diversi orologi sportivi di lusso in acciaio. Tra essi l’Ingenieur SL ref. 1832, lanciato nel 1976, che divenne la punta di diamante della collezione. Aveva un prezzo notevole per quegli anni e per il fatto che fosse in acciaio: 2.000 franchi.

La cassa da 40 mm valse all’orologio il soprannome di Jumbo, poiché le dimensioni che all’epoca andavano per la maggiore erano molto minori. La protezione dagli urti fu assicurata grazie ad ammortizzatori in gomma sui quali era montato il calibro automatico 8541. Era anche presente la cassa interna in ferro dolce che proteggeva il movimento dai campi magnetici fino a 80.000 A/m. Come da progetto di Genta, la lunetta era fermata da cinque viti, il quadrante aveva un motivo originale e il bracciale integrato aveva le maglie a forma di H.

“The Super-Antimagnetic Ingenieur SL” from 1977 catalogue

Negli anni successivi IWC produsse versioni dell’Ingenieur SL anche in oro o in acciaio-oro e con calibri al quarzo. Nonostante il suo design innovativo (o forse proprio per questo…), l’orologio non ebbe un grande successo commerciale; in quegli anni, i clienti cercavano i segnatempo al quarzo piatti più che quelli ingombranti come l’Ingenieur SL. Fatto sta che dal suo lancio e fino al 1983 ne furono venduti poco più di 1000. Come spesso accade, l’insuccesso di allora aiuta il successo di oggi: la ref. 1832 è una delle più ricercate della storia di IWC.

IWC INGENIEUR AUTOMATIC 40: IL PRESENTE

Diventare uno dei propri pezzi più ricercati è lo stesso destino che il marchio augura al nuovo Ingenieur Automatic 40 appena presentato. Come abbiamo scritto all’inizio, l’orologio deve molto all’eredità di Gerald Genta e all’Ingenieur SL, portata nel presente. Perché come ha detto il ceo di IWC Chris Grainger-Herr, «il nuovo Ingenieur Automatic 40 è un orologio sportivo di lusso versatile per il 21esimo secolo».

IWC Ingenieur Automatic 40

Lo si capisce a prima vista. I designer del brand hanno migliorato e affinato le dimensioni complessive della cassa per privilegiare l’ergonomia dell’Ingenieur Automatic 40. La combinazione tra i 40 mm di diametro e i 45,7 mm della distanza da ansa ad ansa favorisce la vestibilità del segnatempo anche sui polsi più sottili. Lo spessore di 10,8 mm aiuta anche chi ama indossarlo sotto al polsino della camicia.

IWC Ingenieur Automatic 40

Un lavoro simile è stato fatto sulle anse. Mentre l’Ingenieur SL degli anni ‘70 le aveva più pronunciate, quelle attuali hanno un aggancio per il bracciale di nuova concezione che aiuta a fasciare meglio il polso. Alla comodità di chi lo indossa contribuisce anche l’anello d’incassaggio leggermente curvo, che migliora l’ergonomia della cassa.

LA CASSA E IL BRACCIALE

La cassa non è però solo comoda, ma anche ottimamente rifinita. L’Ingenieur Automatic 40 presenta infatti un livello di dettagli e di finiture alto. L’alternanza di superfici lucide (profilo della lunetta e della carrure e maglie centrali del bracciale) e satinate (carrure, maglie laterali del bracciale e parte superiore della lunetta) dà all’orologio una bella dinamicità a seconda di dove viene colpito dalla luce). Le spallette proteggi corona ridisegnate danno all’orologio un aspetto più sportivo, accentuandone la robustezza.

IWC Ingenieur Automatic 40
IWC Ingenieur Automatic 40

Interessante il lavoro fatto sul bracciale, con le caratteristiche maglie a forma di H. Quelle superiori, dall’attacco delle anse più o meno fino a metà bracciale, non hanno buchi passanti per i perni: una soluzione che dà all’Ingenieur Automatic 40 un tocco di eleganza che ne aumenta ulteriormente la qualità percepita. La chiusura è una deployante a farfalla, che agevola la comodità e contiene lo spessore del bracciale stesso.

IWC Ingenieur Automatic 40

LA LUNETTA E IL QUADRANTE

Una delle firme dell’orologio fin dai tempi dell’Ingenieur SL sono le cinque viti che fissano la lunetta all’anello della cassa. Nel segnatempo del ‘76 queste viti, insieme alle svasature che le ospitano, non avevano la stessa posizione su tutti gli orologi. Nel nuovo Ingenieur Automatic 40, le cinque viti poligonali che ancorano la lunetta alla cassa hanno una funzione più tecnica che estetica e quindi sono sempre nella stessa posizione in ciascun orologio.

IWC Ingenieur Automatic 40

Oltre al bracciale e alla lunetta avvitata, ciò che distingueva l’Ingenieur delle origini era la lavorazione particolare del quadrante. Per il nuovo orologio, IWC ha scelto un particolarissimo motivo a griglia composto da piccole linee sfalsate di 90 gradi l’una rispetto all’altra. Il motivo viene stampato su una superficie di ferro dolce e poi zincato. L’Ingenieur Automatic 40 è disponibile in tre diversi colori di quadrante: nero, argento o Aqua, sui toni del verde-azzurro.

IWC Ingenieur Automatic 40
IWC Ingenieur Automatic 40

Gli indici sono bastone, applicati, ricoperti di materiale luminescente come le lancette a bastone di ore e minuti. A ore 3 c’è il datario, incorniciato da un profilo in acciaio e con lo sfondo del disco data dello stesso colore del quadrante, per un risultato visivo decisamente omogeneo.

IWC Ingenieur Automatic 40

La cassa in acciaio dell’orologio contiene la cassa antimagnetica in ferro dolce a protezione del movimento. Si tratta del calibro a carica automatica IWC 32111. Derivato dal 32110, a sua volta sviluppato su base ETA 2892-A2, si trova anche su alcune referenze di Aquatimer, Portofino e Pilot’s Watch. Lavora a 28.800 alternanze/ora, per una incredibile riserva di carica di 120 ore.

IWC Ingenieur Automatic 40
IWC Ingenieur Automatic 40

Detto che l’orologio costa 13.000 euro (c’è anche una versione in titanio da 16.200 euro), pensiamo che il modo migliore per concludere l’articolo sia usare le parole che Christian Knoop, Chief Design Officer di IWC, ha speso per l’Ingenieur Automatic 40: «Non capita tutti i giorni che un designer abbia la possibilità di lavorare sulla reinterpretazione di un’icona come l’Ingenieur SL. Il successo di Gerald Genta merita il massimo rispetto. Eravamo consapevoli dell’enorme responsabilità che ciò comportava e abbiamo proceduto con molta cautela. Ma quando Evelyne Genta ci ha detto suo marito avrebbe approvato il nuovo Ingenieur Automatic 40, ci è sembrata una meritata ricompensa per la passione e il duro lavoro che abbiamo messo nel progetto».

IWC Ingenieur Automatic 40