Seiko Life Experience: Marrakech Express
6 Ottobre 2025Seiko ha colpito ancora. Il marchio giapponese ci ha ormai preso gusto a presentare le nuove collezioni di orologi alla stampa coinvolgendo i giornalisti in quella che ormai è conosciuta come Seiko Life Experience. Più giorni in una location di grande fascino, alla scoperta delle sue bellezze naturalistiche e culturali, durante i quali gli orologi diventano parte integrante dell’esperienza, tenendone il tempo.

Due anni fa è toccato a Lampedusa, con protagonista la collezione Prospex, che insieme a King Seiko è tornata lo scorso anno a Pantelleria. In questo 2025, con Seiko abbiamo oltrepassato i confini italiani e, dopo un volo di circa 3 ore, siamo atterrati a Marrakech, la perla delle città imperiali del Marocco insieme a Fès, Rabat e Meknès, delle quali è la più meridionale. Tre giorni in cui i segnatempo delle nuove collezioni ci hanno accompagnato tra i vicoli della città, le valli dell’Atlante, il deserto. Anche quest’anno insieme a Filippo Tenti.

Friend of the brand di Seiko da circa un anno, Filippo è leader del team di Overland e volto della trasmissione Rai “Il mondo con gli occhi di Overland”. Cittadino del mondo nel vero senso della parola, Tenti ha guidato numerose spedizioni in contesti estremi e differenti, dai deserti alle giungle, dalle catene montuose alle regioni polari. Anche se il suo Paese del cuore oltre all’Italia, ci ha confessato, è l’Afghanistan. Le avventure vissute da Filippo e le spedizioni di Overland sono un banco di prova anche per gli orologi di Seiko, progettati per resistere a condizioni difficili senza abbassare la qualità delle proprie prestazioni.
GLI OROLOGI DELLA SEIKO LIFE EXPERIENCE
Quanto questi orologi siano tosti, abbiamo avuto modo di provarlo direttamente durante la loro presentazione. Che è avvenuta nella cornice magica del The White Camel, un campo tendato extralusso nel cuore del deserto di Agafay, a una trentina di chilometri da Marrakech, poco prima che il resort fosse spazzato da una tempesta di sabbia salita all’improvviso da chissà dove. Un imprevisto comune nel deserto, che però il team di Seiko Italia ha affrontato senza battere ciglio, sicuro dell’affidabilità degli orologi in qualsiasi contesto, anche nel mezzo di una tempesta.

Seiko ha portato alla nostra attenzione alcune referenze di diverse linee della collezione Prospex. Purtroppo alcune di queste saranno svelate sono nelle prossime settimane, per cui si è trattato di un’anteprima riservata e non ne possiamo scrivere: un altro privilegio (almeno per noi) della Seiko Life Experience. Altre collezioni invece sì che possono essere raccontate. E allora abbiamo scelto due linee della serie Prospex Speedtimer che hanno in sé tutto lo spirito di performance che ci ha accompagnato nella tre giorni marocchina.
Orologi che continuano la tradizione di eccellenza meccanica inaugurata nel 1969 con il lancio dello Speedtimer, il primo cronografo automatico al mondo che univa nella stessa meccanica la ruota a colonne e la frizione verticale. Ebbene, della prima linea abbiamo avuto modo di toccare con mano, di indossare, di fotografare e di rimpiangere (una volta tolti dal polso…) i Prospex Speedtimer Mechanical SPB513JE e SPB515J1 e il Prospex Speedtimer Mechanical Chronograph SRQ055J1.
TRE NUOVI SPEEDTIMER DA SCOPRIRE
I primi due saltano subito all’occhio per il loro mix tra dimensioni contenute ed estetica vintage. La cassa ha infatti un diametro di 39,5 mm ed è spessa 12 mm, una combinazione che, insieme al bracciale in acciaio molto morbido, li rende comodissimi. Le linee caratteristiche dello Speedtimer introdotto nel 1972 sono evocate anche dai quadranti, bianco-argento o nero con indici applicati, e da una chicca: un rehaut girevole (regolabile tramite una corona a ore 4) con il quale è possibile impostare un conto alla rovescia per misurare intervalli di tempo come un countdown, leggibile attraverso una banda colorata arancione sul quadrante, tra ore 9 e ore 12.
Il bello di questi due orologi sta anche nelle prestazioni. Il calibro automatico 6R55 dà loro una riserva di carica di 72 ore e la cassa in acciaio è impermeabile fino a 20 bar, capace di affrontare una tempesta di sabbia nel deserto marocchino senza battere ciglio.
Il Prospex Speedtimer Mechanical Chronograph SRQ055J1 è più sofisticato e ha una presenza al polso decisamente diversa. È uno crono sportivo con i controfiocchi, con cassa in acciaio da 42 mm di diametro e 14,6 mm di spessore, bella tosta. L’estetica è caratterizzata principalmente dalla lunetta nera con una scala tachimetrica abbinata al quadrante, anch’esso nero, con la disposizione dei contatori ben bilanciata, che ne accentua il look compatto nonostante le dimensioni.
L’orologio è bello anche dentro. Il calibro 8R48, movimento cronografico automatico, ha la ruota a colonne e l’innesto verticale. La cartella stampa di Seiko recita che “il meccanismo di azzeramento utilizza un martello a tre bracci, che consente il ritorno istantaneo a zero di tutte le lancette cronografiche”. Bene, ma al di là delle parole conta l’esperienza che abbiamo fatto maneggiandolo: la morbidezza dei tasti e l’innesto preciso che si apprezza anche uditivamente testimoniano l’ottimo lavoro sia degli ingegneri giapponesi, sia degli orologiai che assemblano a mano questo Speedtimer.
SEIKO SPEEDTIMER E DATSUN
Alla seconda delle due linee che il team di Seiko ha portato in Marocco appartengono gli altri tre Prospex Speedtimerche abbiamo provato ad Agafay, tre novità. Sono ispirati alla partnership che, negli anni ’70, legò Seiko al brand di auto sportive giapponesi Datsun. Un marchio glorioso che gli appassionati ben conoscono e che, purtroppo, ha avuto una fine non degna della sua storia meccanica e sportiva.

Ebbene, Seiko affiancò Datsun nel mondo del motorsport all’inizio degli anni ’70 e nel 1971 la Datsun 240Z numero 11, decorata con il logo Seiko, affrontò le condizioni estreme dell’East African Safari Rally – tra Kenya, Uganda e Tanzania – percorrendo 6.200 chilometri fino a conquistare la vittoria. Questa gara è ancora oggi considerata una delle più dure al mondo. Memore di quella partnership e di quella vittoria, Seiko ha creato tre Prospex Speedtimer in edizione limitata che, fedeli della storia alle loro spalle, nel deserto di Afgafay si sono trovati, oseremmo dire, più che a loro agio.

Qui abbiamo due cronografi (SRQ057J1 e SSC957P1) e un solo tempo (SPB517J1) con rehaut girevole per il countdown come nelle referenze SPB513JE e SPB515J1. I due cronografi sono diversi tra loro non solo nel look ma anche nel movimento. L’SRQ057J1 è alimentato dal calibro 8R48, come lo Speedtimer che abbiamo visto prima, mentre l’SSC957P1 ha il movimento cronografico solare V192. Le prestazioni del primo sono le medesime di quelle del Prospex Speedtimer Mechanical Chronograph SRQ055J1, mentre il cronografo solare una volta completamente caricato può funzionare fino a sei mesi senza ulteriore esposizione alla luce.

I cronografi hanno entrambi la cassa in acciaio (nera per l’SRQ057J1), ma di dimensioni diverse: 42 mm per 14,6 il meccanico e 41 mm per 13 il solare. Entrambi hanno però la scala tachimetrica sulla lunetta, che permette la misurazione di velocità anche nell’intervallo compreso tra 50 e 60 km/h. Un dettaglio che si trova sulla lunetta del primo Speedtimer del 1969. Il solo tempo ha le stesse prestazioni e funzioni degli Speedtimer SPB513JE e SPB515J1. Ciò che fa davvero la differenza, in questi tre orologi, è lo spirito Datsun, che anima la linea e che si ritrova in diversi punti degli orologi.

Il solo tempo ha sul quadrante il logo Datsun con cerchio rosso e rettangolo blu, al cui interno spicca la scritta bianca Datsun. Il cronografo automatico ha invece il nome scritto con una grafia corsiva, che evoca la dinamica delle vetture da corsa dell’epoca. Il cronografo solare, infine, ha il nome Datsun in lettere maiuscole “block”, dal forte impatto visivo. Differente anche la scelta dei loghi sui fondelli. Due dei tre modelli hanno i loghi Datsun storici incisi: il solo tempo ha quello utilizzato all’epoca, il crono meccanico ne ha uno ispirato a quello della vettura da rally, sul crono solare c’è un’illustrazione originale della 240Z, creata apposta per questo orologio.
Come ogni orologio celebrativo che si rispetti, anche questi tre Prospex Speedtimer dedicati a Datsun sono in edizione limitata, come abbiamo anticipato: 2.500 pezzi per il solo tempo, 4.000 per il cronografo solare e 3.500 per il cronografo meccanico.
NEL CUORE DELLA DELLA SEIKO LIFE EXPERIENCE: MARRAKECH
Tutta questa bellezza è stata esaltata dalla bellezza della Seiko Life Experience. Marrakech, dicevamo. Un tempo città imperiale del Marocco occidentale, è oggi un importante centro economico ricco di moschee, palazzi e giardini. Caratteristica è la sua medina, la prima tappa della nostra esperienza, in compagnia delle indicazioni sapienti della nostra guida locale, Abdullah. Non prima di aver fatto visita a quella che, in loco, è considerata una farmacia mentre, agli occhi di noi occidentali, è più un laboratorio alchemico in cui spezie e materie prime naturali sono utilizzate per creare rimedi di medicina alternativa pensati per essere la panacea di tutti i mali. Questioni di punti di vista: c’è chi preferisce lo zenzero e la curcuma e chi confida più nella chimica, nell’ibuprofene e nel sildenafil. Il bello di Marrakech è anche questo.
La medina, dicevamo. Raggiunta non prima di aver attraversato, in compagnia del team di Seiko Italia e di Abdullah, la celeberrima piazza Jamaa el Fna, il vero centro vitale di Marrakech. Un tripudio di suoni, colori, luci e profumi, vivo praticamente 24 ore su 24, in cui decine di banchi di street food (tentazione e pericolo per l’apparato gastrointestinale di noi occidentali) si affiancano a incantatori di serpenti, improbabili ballerini, venditori di camaleonti, suonatori improvvisati e tutto ciò che l’immaginario di una metropoli araba può farvi venire alla mente. Piazza e medina sono un universo in cui diversità è ricchezza, attraversato da sciami di turisti (noi compresi) spesso intimoriti (non noi). A torto: perché, per il marocchino, il rispetto e l’accoglienza del visitatore sono sacre. Dopo la cena in un ristorante tipico, la camminata insieme alla guida fino al minareto della moschea della Kutubiyya, risalente al XII secolo (il “fratello” musulmano della Giralda cattolica di Siviglia), ci ha preparati nel modo migliore alla giornata successiva.
TRA MONTAGNE E DESERTO
Che è iniziata all’alba, a bordo di potenti 4×4 in direzione deserto di Agafay. Ma non direttamente, no: sarebbe stato troppo facile e troppo veloce. Il nostro tragitto ci ha portato ad addentrarci nelle valli dell’alto Atlante, la catena montuosa che caratterizza il nord del Marocco. Grazie alla Seiko Life Experience abbiamo attraversato località incantate, nelle quali il paesaggio cambia chilometro dopo chilometro. Ci siamo addentrati in una vera casa berbera, dove siamo stati ricevuti con la calda accoglienza cui ogni ospite ha diritto e con l’immancabile tè alla menta. Abbiamo percorso valli con passi quasi dolomitici, abbiamo sfiorato una delle località sciistiche marocchine più celebri, Oukaïmeden, abbiamo potuto vedere con i nostri occhi le ferite ancora aperte del terremoto che ha spaccato il Paese nel 2023.
La sosta a pranzo è stata in una casa tipica nel villaggio di Imlil, alle pendici del monte Toukbal: con i suoi 4.167 metri (più del nostro Gran Paradiso, per capirci) è la vetta più alta del nord Africa.
Rimontati sui fuoristrada, siamo calati dopo alcune ore nel deserto di Agafay, dove ci attendevano il campo tendato del The White Camel, una doccia quanto mai benedetta, tre piscine per rilassarci e una cena tipica accompagnata da musicisti locali e dall’immancabile sciame di gatti e gattini: presenza fissa a Marrakech e, come abbiamo constatato, anche nel mezzo del deserto. Purché ci siano umani di buon cuore disposti a elargire cibo e grattini.
La mattina dell’ultimo giorno è stata dedicata alle passioni di ciascuno, tra quad, dune buggy, cammelli o piscina. Il tutto prima della presentazione degli orologi, di cui abbiamo scritto all’inizio, e del rientro a Marrakech giusto in tempo per evitare che la tempesta di sabbia ci portasse via. La cena in uno dei ristoranti più eccentrici della città è stata l’occasione per un brindisi alla Seiko Life Experience: non un viaggio di lavoro ma un’esperienza di famiglia. Con, in più tanti begli orologi.
By Davide Passoni


















