Omega Railmaster, ritorno in grande stile
27 Maggio 2025Quando indossiamo un segnatempo, oggi, non pensiamo a un fatto importante: all’inizio della loro storia, e per molto tempo, gli orologi da polso sono stati prima di tutto degli strumenti di lavoro. Come tali, erano destinati ai professionisti che operavano in diversi ambiti, dall’automobilismo all’aviazione, dalle ferrovie alla nautica, fino alla subacquea. Moltissimi orologi sono nati così e con il passare dei decenni, pur diventando degli accessori, anche di moda, non hanno perso la propria natura professionale. Magari l’hanno ingentilita, smussata, ma mai tradita. Come nel caso dell’Omega Railmaster.

La Maison di Bienne ha infatti rilanciato di recente uno dei propri orologi cult, pensato e progettato per quanti lavoravano nell’impegnativo settore delle ferrovie. Un ambito che, specialmente fino agli anni ’50 – prima della progressiva maturazione dell’aviazione commerciale -, era fondamentale per lo sviluppo sociale ed economico di un Paese, oltre a essere un banco di prova dove testare novità ingegneristiche e infrastrutturali. Il Railmaster di Omega nacque proprio in quel contesto e arriva fino a noi, portando in sé l’anima pionieristica delle sue origini.

IL RAILMASTER IN BREVE
Brevemente, ricordiamo che nel 1957 Omega presentò una trilogia di orologi pensati per differenti categorie professionali: Il Seamaster (che in realtà risale al 1948, anche se non si trattava di un vero e proprio Seamaster fino al 1957, quando il marchio lanciò il Seamaster 300), lo Speedmaster e, appunto, il Railmaster. Con questo trio, Omega pensò ai subacquei, ai piloti e a chi lavorava nelle ferrovie, poiché il Railmaster era una sorta di mix tra un orologio da ferroviere, uno da ingegnere e uno da scienziato.
Agli esordi nessuno di questi tre modelli ebbe un successo immediato. Fu infatti necessaria un’adozione industriale specifica per ciascuno di essi perché superassero le difficoltà del lancio. Il Seamaster divenne un subacqueo per uso militare; lo Speedmaster si trasformò da cronografo da pista a strumento spaziale; il Railmaster rimase un tipo di orologio specifico, di nicchia, che difficilmente sarebbe stato dato in dotazione ai responsabili delle linee ferroviarie.

Il Railmaster delle origini presentava una combinazione di numeri arabi, indici a freccia e una lancetta anch’essa a freccia che era caratteristica anche dello Speedmaster e del Seamaster 300 dell’epoca. Il bracciale aveva una serie di maglie interne spazzolate e una parte esterna lucida. Era distinto dalla referenza CK2914 ed era dotato di una gabbia di Faraday che gli consentiva di resistere a campi magnetici fino a 1.000 gauss, per ovviare a possibili situazioni cui avrebbe potuto andare incontro chi lo indossava durante il lavoro.

L’orologio uscì dalla produzione diversi anni dopo il lancio e fece la sua ricomparsa a partire dal 2003. Intorno al 2012 ricordiamo una versione aggiornata con lo scappamento Co-Axial, che manteneva le caratteristiche antimagnetiche della collezione originaria. Una versione che era caratterizzata da una cassa Aqua Terra e che fu discontinuata dopo poco. Finché, nel 2017, Omega presentò il cofanetto in edizione limitata 1957 Trilogy, che faceva rivivere la trilogia originale del Seamaster 300, dello Speedmaster e del Railmaster. Nello stesso anno uscì il Seamaster Railmaster, con cassa da 40 mm di diametro e 12 mm di spessore completamente satinata così come il bracciale e con fondello chiuso e inciso. Il quadrante spazzolato verticalmente, grigio o nero a seconda della luce (ma anche in versione denim o grigio chiaro), aveva indici aggiornati e un design complessivo legato dal motivo del mirino al centro. Era mosso dal calibro 8806 Co-Axial ed era resistente al magnetismo fino a 15.000 gauss.
STESSA CASSA, DUE QUADRANTI
Dismessa lo scorso anno, quella versione è stata sostituita dal Railmaster appena lanciato. Una collezione che riprende decisamente vigore, grazie a due modelli disponibili in quattro nuove referenze, la cui differenza principale rispetto agli ultimi orologi della collezione sta nelle dimensioni della cassa. Nonostante resti fedele all’estetica del Seamaster Aqua Terra, il diametro scende da 40 a 38 mm mentre lo spessore rimane sostanzialmente invariato a 12,4 mm.

Sono tutte casse in acciaio, caratterizzate dalla lunetta e dalle anse lucide e dalla carrure satinata. Le anse sono corte, come negli Aqua Terra, e aiutano la vestibilità dell’orologio, che è proposto sia con un cinturino in pelle di vitello, sia con un bracciale in acciaio a tre file, quella centrale lucida e quelle laterali satinate. Cinturino e bracciale hanno la fibbia pieghevole, che nel bracciale è a farfalla.
Ciò che distingue i due modelli, oltre alla scelta tra cinturino e bracciale, è il quadrante, sul quale Omega ha svolto un lavoro notevole. In uno dei due modelli è grigio nella parte centrale, con una sfumatura che tende al nero verso la periferia. Ospita solo il logo e il nome di Omega a ore 12 e la scritta Railmaster in caratteri vintage a ore 6. Nessun’altra scritta né indicazione e neppure una finestra per il datario a “sporcare” l’estetica di un quadrante da vero tool watch. Gli indici triangolari e i numeri arabi al 3, 6, 9 e 12 sono riempiti di Super-LumiNova bianca, così come le lancette a daga di ore e minuti (con il classico freccione su quella dei minuti) e la punta della lancetta dei secondi centrali.

Anche il quadrante del secondo Railmaster è sfumato, ma è beige al centro e tende al nero verso la periferia. A differenza della precedente referenza, non ha i secondi centrali ma un contatore dei piccoli secondi a ore 6, elegantemente svasato. Il Super-LumiNova di indici, numeri e lancette è beige, con un intrigante effetto vintage.
CALIBRI RAFFINATI
La differenza tra piccoli secondi e secondi centrali, come è naturale, incide anche sulla scelta del calibro che Omega ha incassato nei due orologi. In ogni caso, ha puntato su movimenti che sono il top di gamma per la manifattura. Parliamo del calibro Co-Axial Master Chronometer 8806 per la versione con secondi centrali e dell’8804 per quella con i piccoli secondi. Due movimenti di manifattura a tutti gli effetti industriali, ma di eccellente realizzazione.

Il primo è sviluppato sulla base del calibro 8800 ed è un movimento automatico da 25.200 alternanze/ora e 55 ore di autonomia. È caratterizzato da uno scappamento coassiale ed è certificato Master Chronometer dall’istituto di metrologia svizzero METAS. Ha il bilanciere a spirale libera con spirale in silicio e rotore bidirezionale con finitura rodiata a Côtes de Genève arabescate. Omega equipaggia con questo calibro una vasta gamma di orologi, dai Railmaster ai Seamaster Diver 300M senza datario. Il calibro Co-Axial Master Chronometer 8804 ha le medesime caratteristiche dell’8806 perché nasce anch’esso dall’8800, solo con i piccoli secondi al 6. Lo troviamo, oltre che nei nuovi Railmaster, in due referenze con piccoli secondi del Seamaster 1948.
Infine i prezzi. Le versioni con secondi centrali vanno dai 5.700 euro della referenza con cinturino ai 6.100 di quella braccialata, quelle con i piccoli secondi costano rispettivamente 6.400 e 6.800 euro. Prezzi che si collocano nella fascia più bassa della linea Seamaster che Omega individua come “modelli storici”. Perché, effettivamente, di questo si tratta. Del ritorno, gradito, di un orologio che nelle collezioni della manifattura di Bienne aveva un posto speciale e che, con il tempo, è andato un po’ perdendosi. Ora, puntuale come un treno svizzero, ha ricominciato a far sognare gli appassionati.
By Davide Passoni