VENUS: l’orologio erotomorfo di Konstantin Chaykin per GMT Great Masters of Time
20 Dicembre 2025Nel panorama dell’orologeria indipendente contemporanea, il confine tra funzione e linguaggio espressivo si fa sempre più sottile. È in questo spazio di ricerca che si colloca il lavoro di Konstantin Chaykin, dove tecnica e immaginario procedono insieme fin dalla fase progettuale. Nelle sue opere, il quadrante diventa un campo di sperimentazione narrativa: non più semplice superficie funzionale, ma spazio simbolico capace di dare forma a una lettura del tempo che va oltre la sua misurazione. In questo contesto, l’incontro con Jacopo e Mattia Corvo di GMT Great Masters of Time si configura come un passaggio naturale, nel segno di una comune attenzione all’orologeria d’autore e alla sua dimensione culturale. È proprio da questa sintonia che nasce VENUS, un segnatempo in edizione limitata a 99 esemplari che unisce uno dei soggetti più iconici della storia dell’arte occidentale al linguaggio di Chaykin. Ispirato a La Nascita di Venere di Sandro Botticelli, questo orologio non utilizza la figurazione come citazione decorativa, bensì come struttura progettuale: il corpo della dea diventa architettura del quadrante, accogliendo ore, minuti e fasi lunari all’interno di una composizione che fonde mitologia, astronomia e rigore meccanico.

LA RICERCA FORMALE DI CHAYKIN: DAI WRISTMONS A VENUS
Nel percorso di Konstantin Chaykin, i Wristmons rappresentano il momento in cui l’orologeria smette deliberatamente di nascondere la propria componente narrativa. I quadranti assumono tratti antropomorfi, le indicazioni diventano occhi, espressioni, volti, dando origine a segnatempo che si comportano più come personaggi che come oggetti neutri. Non si tratta, tuttavia, di un esercizio illustrativo: la costruzione visiva nasce sempre da una funzione precisa, e ogni elemento mantiene un ruolo meccanico chiaro, inserito all’interno di una composizione studiata con attenzione quasi architettonica. È su queste basi che Chaykin sviluppa il concetto di “erotomorfismo”, inteso non come provocazione, ma come indagine formale sulla figura umana e sul suo valore simbolico. Con VENUS questa ricerca compie un ulteriore passo in avanti, abbandonando il volto per confrontarsi con il corpo e con un immaginario che, per sua natura, richiede equilibrio e misura. La sensualità non è mai esplicita, ma filtrata attraverso riferimenti astronomici e mitologici; la cifra artistica non è decorativa, ma strutturale.

L’idea di una Venere orologiera affiora già nel 2018, poco dopo l’esordio dei Wristmons, ma viene sviluppata appieno solo anni più tardi, quando Chaykin realizza Goddess of Time Tempa, opera pittorica presentata all’asta a Ginevra nel 2024. È in quel passaggio che il progetto trova finalmente una direzione concreta e prende forma in VENUS: il corpo della dea non è più un’immagine da contemplare, ma una vera e propria architettura funzionale, progettata per strutturare e rendere coerente la lettura del tempo.
VENUS: FORMA, FUNZIONE E MECCANICA
Dal punto di vista costruttivo, VENUS si presenta come un esercizio di integrazione complessa tra forma e funzione orologiera. La cassa in acciaio, con diametro di 40 mm, è studiata per offrire una base neutra e proporzionata a un quadrante volutamente denso sul piano visivo. La lunetta sottile contribuisce ad ampliare la superficie leggibile, mentre la presenza di una sola corona a ore 3 preserva la pulizia delle linee e l’equilibrio complessivo della composizione.

Il quadrante, declinato nella tonalità 4N oro rosa caratteristica di GMT Great Masters of Time, è concepito come un vero e proprio rilievo architettonico. Le lavorazioni guilloché, distribuite in più aree, generano un movimento ondulato studiato per richiamare i capelli di Venere, accompagnando e valorizzando la figura centrale e trasformando lo sfondo in un elemento attivo della composizione. Le indicazioni orarie sono integrate direttamente nel corpo stilizzato della dea: ore e minuti trovano posto in sottoquadranti perfettamente proporzionati, mentre le fasi lunari sono collocate in posizione centrale, affidate a un disco blu che richiama il volto della dea, in dialogo con la dimensione astronomica del soggetto. La scelta di integrare le complicazioni all’interno della figura, anziché sovrapporle, rappresenta uno degli aspetti più delicati del progetto. La leggibilità è garantita da un accurato lavoro di bilanciamento tra dimensioni, contrasti cromatici e profondità, evitando che la ricchezza iconografica comprometta la funzione primaria dell’orologio.
Sul piano meccanico, VENUS è equipaggiato con il calibro automatico K.18-25, sviluppato da Konstantin Chaykin su base La Joux-Perret G200 e visibile attraverso il fondello. Il movimento offre una riserva di carica di 68 ore e costituisce una piattaforma affidabile per l’integrazione del modulo proprietario “joker”, progettato interamente da Chaykin. In questo contesto, il modulo non si limita a reinterpretare il linguaggio dei Wristmons, ma viene adattato a una struttura figurativa più complessa, in cui ogni indicazione è chiamata a dialogare con la forma del quadrante. Il risultato è un segnatempo che, pur facendo ricorso a una base industriale di alto livello, mantiene un carattere fortemente autoriale: la tecnica non è mai esibita come fine a sé stessa, ma utilizzata come strumento per rendere possibile una costruzione visiva coerente, in cui movimento, modulo e quadrante sono pensati come parti di un unico sistema. Una visione questa, che si inserisce in un contesto curatoriale preciso, capace di sostenerla e darle forma.
IL RUOLO CURATORIALE DI GMT GREAT MASTERS OF TIME
È proprio in questa prospettiva che si colloca il ruolo di GMT Great Masters of Time. Fondata su un approccio curatoriale più che commerciale, GMT ha costruito nel tempo un’identità riconoscibile nel panorama dell’orologeria indipendente, privilegiando progetti in cui la visione dell’autore resta centrale. L’incontro di Jacopo e Mattia Corvo con Chaykin, avviato nel 2023, nasce proprio da questa affinità: la volontà condivisa di dare forma a un oggetto che non sia una semplice edizione limitata, ma un progetto con un preciso impatto culturale. Il riferimento alla grande tradizione artistica italiana diventa così un elemento strutturale del dialogo tra le due realtà. La Nascita di Venere di Botticelli non è scelta come icona da evocare, ma come modello concettuale attorno a cui costruire l’orologio. In questo contesto, GMT assume il ruolo di mediatore tra l’immaginario di Chaykin e una lettura colta e contemporanea del patrimonio artistico, lasciando all’orologiaio piena libertà espressiva e accompagnandolo lungo un processo di sviluppo durato due anni. Il risultato è un segnatempo che riflette l’equilibrio tra le due visioni, in un lavoro a quattro mani: da un lato la radicalità formale e narrativa di Chaykin, dall’altro l’attenzione di GMT per proporzioni, finiture e coerenza complessiva del progetto.

VENUS è prodotto in edizione limitata di 99 esemplari ed è stato anticipato dalla realizzazione di due prototipi. Uno di questi è stato presentato all’asta l’11 dicembre 2025 nel contesto di un evento esclusivo presso la Cattedrale dell’Immagine di Firenze: il segnatempo è stato aggiudicato per circa 41.000 euro, mentre il dipinto di Chaykin dedicato a Venere ha raggiunto circa 4.300 euro. L’intero ricavato è stato devoluto a LILT – Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, contribuendo all’acquisto di uno scanner medico dedicato alla diagnosi del tumore al seno.

La serie regolare sarà distribuita a partire dal 2026 esclusivamente attraverso GMT Great Masters of Time e Konstantin Chaykin, con un prezzo fissato a 21.460 euro + IVA.
By Elisa Copeta






