Laureato Three Gold Bridges: omaggio alla storia di Girard-Perregaux
19 Novembre 2025Nella comunicazione dei marchi di orologeria si legge spesso di “fusione fra tradizione e innovazione”, “ponte tra passato e presente”, “unione di antico e moderno”. Non sempre queste formule vanno oltre una pura finalità di marketing: nel nuovo Laureato Three Gold Bridges di Girard-Perregaux, invece, riflettono in pieno la filosofia costruttiva e l’idea alla base dell’orologio. Un segnatempo che mette insieme i codici estetici e le acquisizioni tecniche e meccaniche che caratterizzano i quasi due secoli e mezzo di storia della manifattura di La Chaux-de-Fonds. Del resto, basta leggere il nome dell’orologio per capire: tre ponti e Laureato sono due dei pilastri piantati alle origini di Girard-Perregaux e sul finire del secolo scorso, su cui si è fondata e continua a fondarsi la storia del brand.

Nei nostri precedenti articoli li abbiamo trattati entrambi, sia con la storia del Laureato – qui -, sia con la storia dei tre ponti – qui. È giusto ricordare ciò che ha assicurato un posto di primo piano a Girard-Perregaux nella storia dell’orologeria. Ora, però, entriamo subito nel vivo del nuovo Laureato Three Gold Bridges, che arriva ad arricchire i festeggiamenti che la Maison ha dedicato ai 50 anni di uno dei suoi orologi icona. Celebrarlo con una edizione limitata e una non limitata che uniscono il meglio della tradizione della manifattura ci sembra un modo intelligente, e non scontato, per ribadire una eccellenza tecnica che raramente si trova in questo mondo.
LAUREATO THREE GOLD BRIDGES: I PONTI E IL CALIBRO
Partiamo dunque dal nome: Laureato Three Gold Bridges. E partiamo dai Three Bridges, i tre ponti. Firma tecnica ed estetica della Maison dal 1867, ossia da quando Constant Girard decise di farli diventare il centro scenografico dei propri orologi, li troviamo oggi sul quadrante di un Laureato che è un concentrato di stile e di maestria meccanica e artigianale. A partire dal calibro GP09620, il palcoscenico sul quale, proprio grazie ai tre ponti, si esibisce il sapere tecnico di Girard-Perregaux. Un calibro che, a riprova dell’impegno messo dalla Maison in questo orologio, non è la versione scheletrata di un movimento esistente (come spesso accade) ma è stato progettato ex novo. Del resto, l’approccio della manifattura all’orologeria è chiaro fin dalle sue origini: tecnica ed estetica sono sempre concepiti insieme, vanno di pari passo e non sono separabili. L’obiettivo di Constant Girard era infatti quello di rendere visibili i propri movimenti e, in quanto visibili, di renderli belli per chi li osservava. Da qui la cura maniacale delle finiture e una concezione dell’alta orologeria senza compromessi, che porta in modo naturale verso questo tipo di soluzione meccanica.

L’atelier di Girard-Perregaux ha ingegnerizzato l’intero calibro GP09620 – che ha un’autonomia minima di 55 ore – attorno a sei ponti scheletrati, che ne formano la struttura portante. Come espresso dal nome, sono tre di essi – in oro bianco massiccio e con la classica forma a freccia divenuta anche logo del brand – a definire l’estetica dell’orologio, in quanto visibili dal lato del quadrante. La loro disposizione è stata studiata perché formino un asse verticale sia stilistico sia, soprattutto, funzionale. Il ponte superiore sostiene il bariletto, a quello centrale fa riferimento il treno dei ruotismi, quello inferiore sostiene il tourbillon.
Quest’ultimo rimane naturalmente il cuore del calibro. Proprio grazie alla sua posizione a ore 6, la Manifattura ha fatto sì che esso si trovi al culmine di un percorso visivo che, attraverso la sequenza dei tre ponti, porta l’occhio di chi guarda il quadrante dal bariletto al tourbillon. Una disposizione architettonica pensata e cercata, che conferma la doppia natura, funzionale ed estetica, dei tre ponti che danno il nome al Laureato Three Gold Bridges. La gabbia del bariletto è in titanio e ha la forma di una lira, anche questo un tratto caratteristico dell’estetica della Maison. La lancetta dei piccoli secondi collegata al tourbillon anima ulteriormente il calibro GP09620 e ne rende ancor più percepibile le 21.600 alternanze/ora cui vibra.
LE FINITURE
Tre dei sei ponti, lo abbiamo scritto, sono visibili dal quadrante, gli altri tre dal fondello in vetro zaffiro. La parte posteriore riserva un ulteriore dettaglio interessante: consente la visione di un micro-rotore in platino, posizionato dietro il bariletto, che garantisce all’orologio la carica automatica. Quella del micro-rotore – un po’ come quella della massa oscillante periferica – è una soluzione a nostro parere molto gradevole, perché conferisce grazia all’architettura del movimento e non lo copre eccessivamente, consentendo di osservare il più possibile il design meccanico e il livello delle finiture, che nel caso di questo orologio e di questo calibro sono di prim’ordine. Parliamo di 418 smussi lucidati a mano, di cui 362 angoli interni, e della lucidatura a specchio, tutte operazioni che richiedono ore di lavoro manuale che solo una Maison di tradizione e di eccellenza come Girard-Perregaux è in grado di garantire.

Proprio a testimonianza di questo fatto, ossia che ciascun orologio della Manifattura di La Chaux-de-Fonds è un’opera di meccanica e di artigianalità frutto dell’ingegno umano, il ponte del tourbillon reca una minuscola targa dello stesso materiale – oro bianco – con incise le iniziali del maestro orologiaio che ha assemblato e rifinito il segnatempo.
L’ESTETICA FIRMATA GIRARD-PERREGAUX DEL LAUREATO THREE GOLD BRIDGES
Di tutta questa eccezionalità meccanica, come abbiamo visto, si può godere in virtù della sostanziale assenza del quadrante. Grazie all’architettura studiata da Girard-Perregaux, la scheletratura non compromette la leggibilità delle ore. Le lancette sono a bastone, ben riempite di materiale luminescente; gli indici sono in oro bianco e, fissati alla platina interna, danno un’impressione di grande leggerezza; il rehaut rimane discreto ma ben bilanciato, capace di aumentare la leggibilità delle informazioni senza risultare pesante e non sintonico alla complessità dell’orologio.

La cassa e il bracciale integrato del Laureato Three Gold Bridges, entrambi in acciaio, sono un mix di ergonomia e di finiture di alto livello. La cassa misura 41 mm di diametro e 10,85 di spessore e si abbina alla classica lunetta ottagonale del Laureato che qui è in oro bianco, a riflettere la luce in modo multiforme grazie anche alla smussatura ridefinita per l’occasione. Il codice stilistico dell’ottagono ritorna nella forma della corona e in quella dei pulsanti che assicurano al polso il bracciale tramite una fibbia deployante. Una coerenza estetica che percorre l’intero orologio, rendendolo ancora più eccellente.


Come abbiamo accennato all’inizio, il Laureato Three Gold Bridges è una edizione limitata di 50 esemplari, al prezzo di 181.000 euro ciascuno. Ne esiste anche una versione non limitata, che però è all’insegna della preziosità. Qui, infatti, la lunetta ottagonale è creata si può dire su misura, per accogliere 32 diamanti taglio baguette per un totale di circa 3,2 carati. La differente caratura delle pietre e la forma non perfettamente identica tra l’una e l’altra hanno messo alla prova il maestro incastonatore che le ha posizionate e allineate alla stessa quota. L’altezza della lunetta è stata ottimizzata per massimizzare la brillantezza dei diamanti e porta questa versione preziosa ad avere uno spessore superiore a quello dell’edizione limitata – 11,25 mm – e, naturalmente, un prezzo diverso: 245.000 euro.

GIRARD-PERREGAUX E I TRE PONTI: UN’INTUIZIONE RIVOLUZIONARIA
In chiusura, merita un approfondimento il discorso relativo ai Tre Ponti cui sopra abbiamo solo accennato. Perché riveste un’importanza fondamentale non solo nelle collezioni di Girard-Perregaux, ma nell’intera storia dell’orologeria. Concepita già nel 1860 da Constant Girard, quella che sarebbe diventata la firma della Maison aveva una portata rivoluzionaria. Prima dei Tre Ponti, a dominare l’orologeria era una concezione del calibro puramente meccanica e tecnica, in cui l’estetica era sacrificata alla precisione e all’affidabilità. Tutto cambiò quando, nel 1867, Constant Girard presentò all’Esposizione Universale di Parigi un tourbillon con tre ponti paralleli.
Era una nuova concezione del movimento, nella quale il bariletto, il ruotismo e il bilanciere erano allineati sotto tre ponti, rendendo il movimento una composizione. In essa, i ponti non erano più semplici elementi invisibili, funzionali soltanto alla meccanica, ma diventavano strutture visive, estetiche, elementi simmetrici da rivelare all’occhio dell’osservatore. Ventidue anni più tardi, nel 1889, a un’edizione successiva dell’Expo parigina, l’orologio “La Esmeralda” di Constant Girard, caratterizzato proprio dai Tre Ponti, si aggiudicò la medaglia d’oro, dimostrando come l’orologeria poteva ormai essere considerata anche in termini architettonici e non solo meccanici.

Conscio della portata rivoluzionaria della propria creazione, il 25 marzo 1884 Constant Girard la brevettò all’Ufficio Brevetti degli Stati Uniti, poiché all’epoca non ne esisteva un omologo in Svizzera. In questo modo si assicurava la paternità del primo movimento orologiero concepito come oggetto di design, una struttura funzionale resa visibile e capace di emozionare non solo per la perfezione meccanica, ma anche per l’impeccabilità estetica.
Precisione, proporzione, fascino senza tempo. Nel creare il Laureato Three Gold Bridges, Girard-Perregaux ha avuto presenti anche questi tre obiettivi. Li ha raggiunti tutti, facendo in modo che i 50 anni del suo orologio più amato dai collezionisti e dagli appassionati diventino ancora di più l’occasione per dimostrare quanto la lezione di Constant Girard continui a vivere.
By Davide Passoni













