VO Vintage: da Rolex a Omega, quattro chicche scelte per voi
19 Settembre 2025Anche quest’anno la community degli appassionati degli orologi rari si è ritrovata alla Fiera di Vicenza dove dal 5 al 9 settembre, nell’ambito di Vicenzaoro September – evento B2B di riferimento per gli operatori dei settori orafo e orologiero – si è tenuto VO Vintage, dedicato ai cultori e agli amanti delle lancette pregiate, aperto al pubblico. Con l’esordio dell’edizione di settembre, VO Vintage ha raddoppiato l’appuntamento ormai classico di gennaio e ha amplificato il proprio successo.

Oltre alla presenza in fiera di decine di orologi eccezionali, alcuni dei quali delle vere rarità, VO Vintage è stata animata anche da eventi e talk a cura di esperti di primo livello nell’ambito della gioielleria e dell’orologeria, che hanno completato l’appeal dell’evento. Un format che Italian Exhibition Group, organizzatore di Vicenzaoro, punta a far crescere con una strategia mirata.
VO VINTAGE: I NUMERI E LE RARITÀ
I numeri di Vicenzaoro September sono la dimostrazione della crescita dell’evento: +3% di buyer rispetto all’edizione di settembre 2024; 130 Paesi di provenienza dei visitatori, con presenze raddoppiate in un anno dall’Australia; realtà in crescita come Cina, Hong Kong, Giappone e Brasile; presenze da 15 nuove nazioni, tra le quali Bolivia, Madagascar, Macao, Mozambico, Nicaragua, Repubblica Dominicana; oltre 1.200 espositori (per il 60% italiani) da 30 Paesi; 605 buyer da 63 nazioni.
A VO Vintage, naturalmente, c’eravamo anche noi e visitando i vari stand ci siamo imbattuti in moltissimi pezzi notevoli, alcuni dei quali introvabili. Abbiamo voluto condividere con voi alcune delle bellezze che abbiamo provato al polso, ma non è stato facile operare una scelta tra referenze stupefacenti. Ecco allora quattro chicche per le quali, a nostro modesto parere, valeva la pena un viaggio a Vicenza. Non ci siete stati? Nessun problema, portiamo noi gli orologi da voi.
ROLEX DATE JUST REF. 1601 (1977)
Proposto da Antonio Nocco, di Parma, questo orologio spicca per il contrasto elegantissimo tra la cassa e il bracciale Jubilee in oro rosa e il quadrante in calcedonio. La referenza 1601 rappresenta il design archetipico del Datejust. Con la sua lunetta scanalata, il quadrante pie-pan e il bracciale Jubilee, l’orologio incarna equilibrio, versatilità ed eleganza senza tempo. A differenza di altri modelli più sofisticati, il 1601 dimostra che la semplicità e le proporzioni classiche sono sempre molto apprezzate. Collezionisti e appassionati continuano a prediligerlo per la sua raffinatezza sobria, confermando che il patrimonio e la chiarezza del design possono spesso superare la novità o la complessità nel valutare ciò che rende un Datejust intramontabile.

Pur essendo tuttora uno dei modelli per i quali Rolex ha scelto prevalentemente la linea della sobrietà, non mancano tuttavia alcuni esempi di varianti preziose, come quella portata a VO Vintage, caratterizzata da un insolito quadrante in calcedonio rosso. II calcedonio non è altro che il nome generico che si dà al quarzo quando si presenta in masse compatte di silice microcristallina. Può essere di diversi colori tra i quali, appunto, il rosso, chiamato anche corniola. Nel Rolex Datejust che abbiamo avuto modo di vedere, nonostante si tratti di un orologio di quasi 50 anni l’uniformità del quadrante risulta ancora spettacolare e risalta in modo incredibile grazie all’oro rosa di cassa, lunetta e bracciale. Il disco del datario, anch’esso di color oro rosa, è una coccola fatta all’occhio e all’ego di chi indossa l’orologio.
AUDEMARS PIGUET ROYAL OAK REF. 14790ST (2004)
Non si può dire che questo 1470ST proposto da Perusia Watches di Perugia non catturi subito lo sguardo e l’attenzione. Il modello che abbiamo visto a Vicenza risale a una dozzina di anni dopo la nascita del 1470ST, lanciato nel 1992. Appartiene alla terza serie di questa referenza (2000-2005) ed è quella in cui vediamo il cambiamento più evidente rispetto alle precedenti, che riguarda il quadrante, il quale assume un aspetto decisamente più moderno. Tanto che Audemars Piguet introduce anche una serie di quadranti più colorati, dal rosso Ferrari al giallo brillante, presenti su una piccola serie di modelli. Tra cui quello che vi mostriamo qui, con cassa da 36 mm e bracciale in acciaio.

Ciò che ci fa capire che si tratta della terza serie è proprio la configurazione del quadrante. Gli indici delle ore lunghi sono stati sostituiti da altri più corti, con il motivo tapisserie ingrandito in proporzione. La firma Audemars Piguet è collocata all’interno di un cartiglio più piccolo, anziché essere stampata direttamente sul motivo tapisserie, come nei modelli precedenti. Alcuni esemplari presentano anche una piccola finestrella intorno al datario. Le lancette sono le stesse che vediamo nella maggior parte della seconda serie, anche se il rivestimento luminescente ora assume un aspetto decisamente più verde. Nonostante sia stata prodotta per un periodo di tempo più breve, questa configurazione del quadrante appare molto più comunemente rispetto a quella che si trova nella seconda serie. Questa referenza con quadrante giallo che abbiamo toccato con mano è proposta da Perusia Watches come full set.
PATEK PHILIPPE “TASTI TONDI” REF. 1463 (1952)
Tra gli stand di VO Vintage si aggiravano anche alcune vere icone, come l’inconfondibile “tasti tondi” di Patek Philippeda 35 mm, proposto da Andrea Foffi di Roma. La referenza 1463 si inserisce nella tradizione dei cronografi a carica manuale di Patek Philippe che, all’inizio del ‘900, si sviluppò in due referenze, la 130 e la 530. Entrambe realizzate in numero relativamente limitato, divennero i modelli di riferimento per i cronografi manuali. Nel 1940 la manifattura aggiornò il proprio cronografo con il lancio del 1463. Come il 130 e il 530, era un cronografo a doppio contatore, sportivo nella complicazione ma racchiuso in una veste elegante. A differenza delle precedenti referenze, la 1463 era impermeabile.

Poiché il cronografo è una complicazione intrinsecamente sportiva, lo sviluppo di una configurazione impermeabile era il naturale passo successivo nell’evoluzione del modello. La 1463 è stata realizzata in circa 750 esemplari, per lo più in oro giallo come quella di Vicenza, pochissimi pezzi in oro rosa e ancora meno in acciaio. Oltre al fondello a vite e alla corona, la sfida più significativa per l’impermeabilità del 1463 era rappresentata dai pulsanti. Per la prima volta, Patek Philippe utilizzò pulsanti a pompa con incisioni uniche alle estremità. Questo formato arrotondato era perfetto per mantenere l’eleganza dell’orologio e raggiungere al contempo gli obiettivi di impermeabilità. Per questo motivo l’orologio ha ricevuto dai collezionisti italiani il soprannome di “tasti tondi”, passato poi a indicarlo comunemente. Il cronografo portato da Andrea Foffi ha le lancette di ore e minuti coperte con radio e si distingue per il quadrante “double signed”, ambitissimo dai collezionisti. Oltre alla scritta Patek Philippe reca infatti l’indicazione di Beyer, storico retailer di Zurigo.
OMEGA CHRONOSTOP “BULLHEAD” REF. 146.011-69 (1969)
Chi, a VO Vintage, era a caccia di pezzi wow, probabilmente si sarà imbattuto come noi in questo SeamasterChronostop “Bullhead”, un vero e proprio simbolo dell’orologeria anni ‘70 proposto da Steel Time di Varese. Quello che è da tutti conosciuto come “Bullhead” è in realtà il Seamaster Driver Chronograph, ref. 146.011. Creandolo, nel 1969, Omega cercò di realizzare un cronografo asimmetrico pensato per le corse automobilistiche. Omega riteneva che fosse più sensato ed ergonomicamente corretto posizionare i pulsanti del cronografo a ore 11 e a ore 1, sulla parte superiore della cassa da 43 mm, in modo simile a un cronometro, e inclinare il quadrante verso chi lo indossava.

La base più stretta della cassa e la parte superiore più larga e spessa, insieme ai pulsanti che sembravano corna, ricordavano la testa di un toro e gli valsero il soprannome. La corona, situata nella parte superiore centrale della cassa, azionava il calibro 930 a carica manuale, ruotato di 90 gradi in senso antiorario per ottenere l’aspetto a testa di toro. L’altra corona a ore 6 ruotava la lunetta interna. Il quadrante colorato è un segno distintivo dei cronografi Omega degli anni ’60 e ’70. In questo caso è marrone chiaro e presenta un anello a scacchi all’interno della lunetta girevole. Nella posizione delle ore 12, il contatore dei minuti del cronografo è diviso in segmenti blu, rossi e neri, mentre il contatore dei secondi alle ore 6 presenta i tradizionali indici. Come è tipico dei cronografi Omega vintage, la lancetta dei secondi cronografici è di un arancione brillante, che ne facilita la lettura.










