Raymond Weil Millesime: l’eleganza è questione di proporzioni
1 Dicembre 2025“Independence is a state of mind”. L’indipendenza è uno stato mentale. Raymond Weil ha scelto come claim una frase che definisce in modo preciso sia la propria visione del mondo dell’orologeria, sia la dimensione che in esso occupa. Per una manifattura che tra un anno festeggerà il mezzo secolo di vita, sedere allo stesso tavolo di Maison ultracentenarie – non di rado appartenenti a grandi gruppi finanziari o industriali – e sottolineare con fierezza la propria indipendenza non è solo comunicazione di facciata. È una dichiarazione d’intenti.
Raymond Weil fu fondata nel 1976 dall’omonimo orologiaio. Non si sottovaluti l’anno: si era nel pieno della cosiddetta “crisi del quarzo”, quando l’orologeria svizzera meccanica rischiò di scomparire sotto i colpi dell’elettronica arrivata principalmente dal Giappone. In quel contesto difficile, in cui molte aziende si adeguarono alla produzione di orologi al quarzo più economici, Raymond Weil rimase fedele ai propri valori decidendo di realizzare orologi da polso meccanici di lusso a un prezzo ragionevole. Nel 1982 il genero di Raymond Weil entrò a far parte dell’azienda e contribuì a ristrutturarla, modernizzandola ed espandendola nei mercati esteri. Già allora, nell’opera di promozione del marchio, Raymond Weil pose l’accento sull’indipendenza di un’impresa a conduzione familiare.

Verso la fine degli anni ’90, la manifattura integrò un reparto di ricerca e sviluppo nella propria struttura, consentendogli di concentrarsi sull’ottimizzazione di molti processi interni. Grazie a questa scelta, furono sviluppate nuove complicazioni tra cui quella del doppio fuso orario. Nel 2005, l’ingresso della terza generazione della famiglia nella direzione aziendale. Oggi Raymond Weil rimane uno dei pochissimi marchi orologieri internazionali completamente indipendenti, di proprietà e gestione familiare. Guidata da Elie Bernheim, nipote del fondatore, la Maison con sede a Ginevra ha consolidato costantemente il proprio status come una delle principali case orologiere svizzere, grazie alle sue quattro collezioni: Freelancer, Toccata, Tango, Millesime.
RAYMOND WEIL MILLESIME, UNA COLLEZIONE COMPLETA
In questo articolo e nello shooting ci concentriamo sulla Millesime, tanto classica quanto contemporanea, con un gran punto di forza: i suoi orologi sono allo stesso tempo eleganti e casual e completano con disinvoltura qualsiasi tipo di look. La collezione Millesime si inserisce in un filone di orologeria svizzera, realizzata con meticolosa attenzione ai dettagli e con un eccellente rapporto qualità-prezzo. Caratteristiche che al Millesime Automatic Small Seconds sono valse, nel 2023, il primo premio nella categoria “Challenge” al Grand Prix de l’Horlogerie de Genève. Un’affermazione importante, che è un riconoscimento alla creatività di Raymond Weil, in linea con la tendenza neo-vintage emergente.
Infatti, nella propria ricerca dell’innovazione, la Manifattura non si limita a rivisitare i classici dell’orologeria, ma esplora attivamente nuove complicazioni, materiali e potenziali collaborazioni, mettendo in mostra un approccio orientato al futuro che è in linea con il suo ricco patrimonio. A questo si ispira proprio la collezione Millesime, che attualmente è declinata lungo quattro linee, tutte con calibro automatico: Small Seconds, Central Seconds, Moon Phase e Chronograph.

Sono le protagoniste del nostro shooting esclusivo, per il quale abbiamo scelto le referenze con cassa da 39 mm, perché sono le più apprezzate da appassionati e collezionisti e adatte a quasi ogni tipo di polso. Tuttavia, della Small Seconds, Central Seconds e Moon Phase sono disponibili anche le referenze con cassa da 35 mm.
MILLESIME SMALL SECONDS
Partiamo dal Millesime Small Seconds con quadrante silver, che al GPHG 2023 ha portato lustro a Raymond Weil. Ciò che salta all’occhio è l’equilibrio e la pulizia delle forme. Chiamarla estetica neo-vintage è forse riduttivo, perché nella costruzione del Millesime Small Seconds Raymond Weil ha condensato presente, passato e futuro, specialmente nel disegno del quadrante e nelle sue finiture.

È diviso in tre settori, ciascuno dei quali caratterizzato da un tipo particolare di finitura. La parte centrale, satinata verticalmente, si distingue dal contatore opalino e liscio dei piccoli secondi a ore 6, che appena sfiora il giro della minuteria. Liscio è, a sua volta, l’anello delle ore, mentre il giro della minuteria, con la scala dei secondi di precisione sul bordo esterno, ha una lavorazione a scanalature concentriche. Il tutto contribuisce ad aggiungere profondità al quadrante, a migliorare la leggibilità e a giocare con la luce.
Interessante, nella parte centrale, la presenza del mirino. È spesso un dettaglio degli orologi vintage e qui Raymond Weil lo ha realizzato in chiave moderna, incidendolo sul quadrante e lavorandolo in uno stile tono su tono anziché stamparlo a contrasto. Oltre al silver, l’assortimento di colori comprende lo champagne, il verde, il blu, l’antracite, il salmone e una interessante nuance color crema.

La cassa in tre parti, impermeabile fino a 5 bar, alterna una combinazione di superfici lucide e satinate sulla carrure; ha la lunetta piatta, sottile, satinata verticalmente che corona un vetro zaffiro glassbox con trattamento antiriflesso su entrambi i lati il quale, come il resto dell’orologio, unisce praticità moderna e fascino retrò. È disponibile in acciaio o in acciaio con trattamento PVD color oro rosa. Ospita il calibro automatico RW4251 (visibile attraverso il fondello in vetro zaffiro), sviluppato da Raymond Weil sulla base del Sellita SW 261, che opera a 28.800 alternanze/ora e ha un’autonomia di circa 38-41 ore.
MILLESIME CENTRAL SECONDS
Il Millesime Central Seconds ha lo stesso fascino dello Small Seconds con, se possibile, un’aura retrò ancora più accentuata. Per lo shooting ci siamo focalizzati sulla referenza con l’elegantissimo quadrante color salmone. L’assenza del contatore dei piccoli secondi sul quadrante non ne diminuisce l’armonia, anzi, se possibile lo rende ancora più equilibrato. La lancetta dei secondi centrali è ancor più libera di muoversi in uno spazio pulito, dove il mirino centrale risalta ancora di più per la sua capacità di giocare con la luce.

Troviamo anche in questa linea la divisione in tre parti del quadrante con le relative finiture. Nella versione Central Seconds la presenza della scala dei secondi di precisione sul bordo esterno ha più senso e utilità che nella Small Seconds; la scelta di preservarla in entrambe risponde forse a una logica di uniformità estetica, del tutto comprensibile e condivisibile. Oltre al salmone, la palette di colori del Millesime Central Seconds comprende le stesse cromie della Small Seconds, alle quali si affianca un bel rosso che tende al bordeaux.

Confermata anche la struttura della cassa con le relative finiture, in entrambe le misure da 35 e 39 mm. Così come, anche nelle referenze Central Seconds, la cassa è in acciaio o in acciaio con trattamento PVD color oro rosa; una finitura, quest’ultima, che abbinata al quadrante rosso crea un effetto molto elegante. Per il movimento del Millesime Central Seconds, nel calibro automatico RW4200 Raymond Weil ha sostanzialmente personalizzato il rotore del Sellita SW 200, del quale eredita le prestazioni: 28.800 alternanze/ora e riserva di carica pari a circa 38-41 ore.
MILLESIME MOONPHASE
La complicazione delle fasi lunari non poteva mancare in una collezione dal sapore retrò come la Millesime. Ecco allora che Raymond Weil l’ha arricchita con la linea Moon Phase, che condivide con le altre la stessa tensione alla pulizia delle forme e alla leggibilità delle informazioni. La finestra delle fasi lunari è posta a ore 6, ha le stesse proporzioni del quadrante dei piccoli secondi del Millesime Small Seconds ed è spostata leggermente più in alto, più distanziata dal giro della minuteria.


Il disco con la Luna riporta quest’ultima con una curiosa espressione antropomorfa, accompagnata da un cielo stellato molto essenziale, su uno sfondo grigio. Lo sfondo è uguale indipendentemente dal colore in cui è disponibile il quadrante, ossia l’argento che vedete nei nostri scatti, il blu e un elegantissimo blu notte abbinato alla cassa con trattamento PVD oro rosa, forse la versione più raffinata del Millesime Moon Phase. Da segnalare che, diversamente dalle linee Small e Central Seconds, qui sono disponibili tre referenze con gli indici in numeri arabi: le due con quadrante blu e una con quadrante argento e trattamento PVD oro rosa. Il calibro automatico RW4280 che anima queste referenze è una evoluzione del Sellita SW280-1, che ha le stesse prestazioni dei due movimenti che animano le referenze viste in precedenza.
MILLESIME CHRONOGRAPH
Chiudiamo la presentazione della collezione Millesime con il Chronograph, tra tutte le linee quella più sportiva. Sono 8 le referenze nelle quali Raymond Weil ha declinato questo cronografo dall’estetica fortemente vintage e noi abbiamo scelto di presentarvi nelle nostre immagini quella con il quadrante blu con contatori bianchi, molto sportiva. Accanto a questa troviamo i Chronograph con quadrante antracite, con quadrante nero e contatori tono su tono, con quadrante nero e contatori bianchi e con quadrante argento e contatori verdi (in edizione limitata). La cassa in acciaio è solo quella da 39 mm per 12,9 di spessore e nella versione dell’orologio con quadrante nero e contatori bianchi ha un trattamento PVD oro rosa.

La struttura tripartita del quadrante che abbiamo visto nelle precedente linee si ritrova nel Millesime Chronograph, con la differenza che nella parte esterna è posizionata la scala tachimetrica, preceduta dalla scala dei secondi di precisione. I contatori dei 30 minuti, delle 12 ore e dei 60 secondi hanno una finitura opaca; i loro indici hanno diversi colori a seconda del colore che ha il quadrante dell’orologio. Allo stesso modo, le lancette di ore e minuti e gli indici delle ore hanno o meno un trattamento PVD oro rosa in base al colore del cronografo.

Il calibro che muove il Millesime Chronograph è l’RW5030, sviluppato da Raymond Weil sulla base del Sellita SW510. È un calibro automatico robusto e affidabile, visibile attraverso il fondello dell’orologio, che lavora a 28.800 alternanze/ora per un’autonomia più che discreta di 62 ore. Le funzioni del cronografo sono attivate attraverso i tasti a pompa, dall’estetica retrò, che danno all’orologio un bel bilanciamento in termini di proporzioni.
LA LEZIONE DI STILE DI RAYMOND WEIL
Tutti gli orologi della collezione Millesime si distinguono per alcuni tratti comuni. Sono disponibili sia con cinturini in pelle sia con bracciali in acciaio a cinque file, con o senza trattamento PVD. I cinturini hanno la fibbia ad ardiglione, i bracciali quella a farfalla. Le anse hanno i buchi passanti per facilitare il cambio del cinturino e personalizzare agevolmente il look dell’orologio. Bello e non banale il dettaglio della corona incisa con il logo RW, una lavorazione che innalza ulteriormente il percepito qualitativo dei Millesime.
I prezzi variano a seconda delle linee e tengono comunque fede al principio di qualità e lusso accessibili che si è dati la manifattura. Per il Millesime Small Seconds si va da 2.050 a 2.150 euro a seconda di cinturino o bracciale, con le versioni dal quadrante crema che arrivano a 2.575 e 2.750 euro. Il Central Seconds spazia da 1.695 a 2.195 euro, il Moon Phase da 2.295 a 2.750 euro. Più costoso il Cronograph: da 3.725 a 3.850 euro. I Millesime Central Seconds, Moon Phase e Chronograph hanno anche delle edizioni limitate ormai sold out.
In sostanza, dunque, il Millesime di Raymond Weil si presenta come un esempio classico di orologio dal design vintage che incontra caratteristiche moderne, una ricetta che si è dimostrata molto efficace negli ultimi 10-15 anni e che continua a riscuotere successo. La differenza principale rispetto al lavoro compiuto da altri marchi sta nel fatto che nel caso del Millesime non c’era un orologio di riferimento del passato su cui basarsi. In Raymond Weil lo hanno progettato da zero per avere un look accattivante e retrò fin dal primo impatto visivo: missione compiuta, anche perché il team di progettazione non era vincolato al rispetto di un orologio preesistente ed è stato così più libero di creare, senza allontanarsi dalla propria missione. Un risultato tutt’altro che scontato nell’orologeria di oggi.
By Davide Passoni














