Bulova: Accutron Spaceview 314
30 Ottobre 2025Il tempo non è solo la misura della storia di Bulova, ma la sostanza stessa della sua identità. In 150 anni di attività, la Maison americana ha saputo plasmare l’idea stessa di precisione con spirito pionieristico, unendo tradizione meccanica e sperimentazione tecnologica come pochi altri marchi nel panorama orologiero. Per celebrare questo traguardo, nel corso del 2025 Bulova ha presentato una serie di edizioni speciali che reinterpretano il proprio patrimonio con uno sguardo proiettato al futuro, omaggiando modelli iconici in un percorso coerente e ambizioso, che trova oggi il suo apice proprio nel nuovo Accutron Spaceview 314: un segnatempo che traduce in forma contemporanea l’essenza stessa dell’innovazione elettromeccanica firmata Bulova.

ACCUTRON: UNA RIVOLUZIONE A 360 HERTZ
Quando nel 1960 Bulova presentò al mondo l’Accutron, l’orologeria entrò letteralmente in una nuova era. Per la prima volta infatti, un orologio da polso rinunciava al tradizionale bilanciere per affidarsi a un diapason in metallo, mantenuto in vibrazione da una corrente elettrica regolata da un transistor. Quel principio — apparentemente semplice, ma frutto di anni di ricerca — cambiò per sempre la percezione stessa del tempo. Dietro quella rivoluzione operò l’ingegnere svizzero Max Hetzel che, coadiuvato da Arde Bulova (figlio del fondatore dell’azienda) tradusse quell’idea teorica in un dispositivo affidabile e miniaturizzato. Nacque così il primo orologio elettronico prodotto in serie al mondo: l’Accutron, acronimo di “Accuracy through electronics”, ovvero “precisione attraverso l’elettronica”. Un nome che riassumeva perfettamente l’ambizione del progetto — e che, di fatto, anticipò l’avvento dell’orologio al quarzo.
Il cuore pulsante del movimento era il diapason: una minuscola forchetta in lega di Ni-Span-C, oscillante a una frequenza costante di 360 Hertz, capace di generare un suono armonico in Fa diesis che divenne presto la “firma acustica” dell’Accutron. Quelle vibrazioni, tradotte in moto rotatorio da un sistema di leve, rubini e ingranaggi di dimensioni microscopiche, diedero vita a un movimento di precisione ineguagliata. Con l’Accutron, l’arte della miniaturizzazione raggiunse così un livello mai visto prima: ogni bobina conteneva 8000 spire di filo di appena 15 micron di diametro (che, se srotolate, raggiungevano una lunghezza di 80 metri ciascuna) mentre la ruota d’indice, di soli 2,4 millimetri, contava oltre 300 denti profondi appena 10 micron. Era la prima volta che un orologio sfruttava interamente un circuito elettronico, eliminando il compromesso tra meccanica ed elettricità e inaugurando un sistema completamente nuovo, reso possibile dal transistor, allora simbolo dell’avanguardia tecnologica americana. Il risultato fu un segnatempo quasi immune agli effetti della gravità, delle variazioni termiche e delle vibrazioni: una precisione che rese obsoleta la tecnologia di tutti gli orologi meccanici precedenti.


Il design stesso dell’Accutron contribuì a consolidarne il mito. In un’epoca dominata da linee classiche e quadranti chiusi, Bulova scelse di rendere visibile la propria tecnologia. Nacque così lo Spaceview, il modello dal quadrante aperto pensato inizialmente per mostrare il funzionamento interno ai rivenditori, ma così apprezzato dal pubblico da diventare una collezione a sè stante. Il quadrante trasparente, con il suo circuito e il diapason in primo piano, incarnava un immaginario futuristico meglio di qualsiasi altro orologio dell’epoca. E, di fatto, la precisione dell’Accutron trovò presto applicazione ben oltre il polso. I suoi movimenti furono adottati per strumenti di bordo di aerei, treni e missioni spaziali, contribuendo a progetti che definirono la modernità americana. L’Accutron Astronaut divenne l’orologio ufficiale dei piloti dell’X-15 e dell’aereo spia A-12, mentre altri moduli di cronometraggio Bulova furono utilizzati nel programma Apollo, a supporto delle missioni lunari e di conquista dello spazio. Dalla ferrovia alla stratosfera, l’Accutron divenne presto il simbolo della precisione tecnologica statunitense, ma fu anche e soprattutto la prova che l’orologeria poteva superare i propri confini meccanici, sposando l’elettronica senza rinunciare alla finezza ingegneristica. Ancora oggi, il suo ronzio sottile e continuo rimane una delle voci più riconoscibili nella storia dell’orologio moderno.
IL RITORNO DEL DIAPASON — ACCUTRON SPACEVIEW 314
Sessantacinque anni dopo la nascita del primo movimento elettronico, l’Accutron ritorna da protagonista con il nuovo Spaceview 314, un modello che unisce il fascino dell’iconico design a quadrante aperto a una meccanica raffinata, completamente ripensata secondo gli standard produttivi contemporanei.

Protagonista di questo ritorno è sicuramente il calibro Accutron Y230, frutto di un decennio di ricerca nei laboratori Citizen di Tokyo (il gruppo giapponese ha infatti acquisito Bulova nel 2008). L’obiettivo degli ingegneri era ambizioso: tradurre il principio del diapason in un linguaggio tecnico attuale, ottenendo un movimento assemblato a mano che vibrasse a 360 Hertz e che generasse il caratteristico ronzio in Fa diesis. Come il suo antenato del 1960, anche il calibro Y230 non produce alcun ticchettio, ma una vibrazione continua che regola la lancetta dei secondi in un fluido scorrimento, con una precisione di 2 secondi al giorno. L’impiego di Elinvar e silicio assicura inoltre un’elevata stabilità termica e prestazioni costanti, mentre il fondello in vetro zaffiro consente di osservare le lavorazioni del movimento tra cui lucidatura nera, anglage, satinatura, perlage e decorazione Côtes de Genève.
Sul piano estetico, lo Spaceview 314 mantiene la filosofia “open dial” dell’originale: il quadrante scheletrato lascia intravedere la meccanica in tutta la sua complessità, incorniciata da un anello con indici stampati e lancette con trattamento LumiNova SG-1000 N. La cassa, proposta in acciaio 904L o titanio grado 5, misura 39 mm e alterna superfici lucide e angoli precisi, mentre il vetro zaffiro a doppia cupola amplifica la tridimensionalità del movimento. Completano l’insieme un cinturino in pelle italiana con chiusura déployante e impermeabilità fino a 30 metri.

L’Accutron Spaceview 314 è disponibile in quattro varianti. La prima è la versione in oro 18 carati da 37 mm, prodotta in soli 65 esemplari, che unisce la raffinatezza dei materiali preziosi alla fedeltà del design storico. Seguono due versioni in acciaio 904L da 39 mm, abbinate a cinturini color tabacco o nero, e infine una versione in titanio grado 5 da 39 mm con cinturino blu. Le ultime due, destinate anche al mercato italiano, si distinguono per il diverso rehaut: argentato nella versione in acciaio con cinturino nero (prezzo al pubblico € 5.100) e champagne nella versione in titanio con cinturino blu (prezzo al pubblico € 5.300).
By Elisa Copeta




